Marco Mengoni, Materia (Terra): la recensione del sesto album del cantatautore di Ronciglione a tre anni da Atlantico.
Tre anni dopo Atlantico, Marco Mengoni si ripresenta sul mercato con un progetto diviso in tre parti. Il cantautore di Ronciglione si è preso il tuo tempo, è rimasto a lungo ai margini del mondo della musica, dedicandosi a varie attività. E da questa pausa di riflessione è nata l’ispirazione per quello che probabilmente potrebbe essere il progetto più audace della sua carriera. Lo dimostra già il primo ‘volume’ di questa opera trina, Materia (Terra), un ritorno all’essenziale. Inteso non come il brano con cui ha vinto Sanremo, ma proprio all’essenza della musica e del rapporto con la sua terra, le sue radici, la sua vita e il suo background. Con risultati che si dimostrano, almeno in parte, esaltanti.
Marco Mengoni, Materia (Terra): la recensione
Che Mengoni abbia un’anima veracemente soul non è un segreto. Fin dalla nascita della sua stella, a X Factor, sono apparse evidenti a tutte le sue qualità vocali e la sua intensità tipicamente black. Ma nella musica italiana, specialmente nel mainstream e finalmente fino a qualche anno fa, non c’era grande spazio per determinati generi che, effettivamente, non fanno parte della nostra storia musicale. Così Mengoni ha dovuto a lungo tenere da parte un bel pezzo del proprio background, pronto a riscoprirlo nel momento più opportuno. E quel momento è finalmente arrivato.
A scanso di equivoci: Materia (Terra) resta un album pop, ben adatto anche alle nostre radio. Ma la sua anima è ìevidente, meno camuffata rispetto a quanto siamo abituati a vedere. Tralasciando alcuni brani in cui l’elettronica gioca un ruolo decisivo, come Mi fiderò, brano in feat. com Madame, e il super singolo Ma stasera, il disco segna un ritorno alle origini di una musica nera cui Mengoni sembra voler pagare un sincero tributo. Elementi blues, soul, funky sono evidenti in tracce come Cambia un uomo, prodotta da Mace, o Una canzone triste. Ma il vero genere da cui l’album sembra attingere a piene mani è il gospel. E questo lo rende quasi anti-commerciale. O, se vogliamo natalizio, non nelle tematiche quanto nella veste.
Emblema di un disco ben costruito e pensato sono le due canzoni che chiudono la tracklist. La pomposa e magniloquente Luce, suonata con una big band, in cui esplode in tutto e per tutto il talento vocale di un Mengoni raramente così ispirato. E Un fiore contro il diluvio, intensa come la precedente ma tremendamente essenziale, sintetica, intima. Due canzoni che, da sole, riescono a dare un senso compiuto a un disco che merita più di un ascolto per poter essere apprezzato fino in fondo.
Materia (Terra): la tracklist
1 – Cambia un uomo
2 – Una canzone triste
3 – Il meno possibile (feat. Gazzelle)
4 – In due minuti
5 – Mi fiderò (feat. Madame)
6 – Ma stasera
7 – Appunto 1. 23-01-2021
8 – Proibito
9 – Appunto 2. 14-05-2021
10 – Luce
11 – Un fiore contro il diluvio
Voto: 7.5
Di seguito il visual video di Luce:
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